Arcangelo Corelli, Sonate op. 3 n. 1 (partitura)
Testo della prof.ssa Olga Visentini
Arcangelo Corelli e le accademie musicali romane
Corelli (1653-1713) costituisce una figura musicale assai originale per la sua epoca. La sua produzione è relativamente esigua, limitata alla musica strumentale e ai generi della sonata solistica, della sonata a tre e del concerto. Ma l’influenza della scuola violinistica da lui creata fu grandissima: arrivò alla scuola veneziana di Vivaldi, e raggiunse l’intera Europa grazie alla diffusione delle sue opere tramite stampa, grazie ai buoni rapporti che egli intrattenne con la Germania, dove si recò più volte, e grazie all’attività artistica dei suoi numerosi allievi. A Bologna, nella seconda metà del Seicento, vi era un’importante scuola di musica strumentale. Qui Corelli studiò fino ai diciassette anni, per poi trasferirsi a Roma. La sua op. 1 (abbreviazione diopus = opera: indica il posto occupato da una composizione all’interno dell’ordinamento delle opere di un autore, dato dall’autore stesso o dall’editore), dodici sonate da chiesa, era dedicata alla regina Cristina di Svezia, alle cui accademie musicali Corelli era spesso presente; in occasione del ricevimento di un’ambasceria inglese egli viene indicato alla testa di una enorme orchestra: “Capo delli istromenti d’arco in numero centocinquanta“. Le accademie non implicavano la commercializzazione e il guadagno attraverso la musica, come avveniva invece nelle imprese teatrali. Nelle accademie tenute nelle case dei personaggi più in vista si eseguivano dei concerti privati che servivano come musica da intrattenimento: la musica strumentale rimaneva ancora appannaggio di una classe sociale elevata. Corelli venne accolto in qualità di maestro di musica, con un trattamento assai privilegiato rispetto alla condizione dei musicisti dell’epoca, presso il cardinale Benedetto Pamphilj, al quale dedicò l’op. 2 della raccolta delle sue sonate.
Nel 1689 Corelli si trasferì al servizio del cardinale Pietro Ottoboni, cui dedicò le 12 sonate dell’op. 4, e presso il quale sarebbe rimasto per il resto della sua vita. La residenza del cardinale, il palazzo della Cancelleria, nella quale si tenevano regolarmente accademie musicali ogni lunedì sera, è un altro dei luoghi importanti della musica a Roma tra la fine del secolo XVII e l’inizio del XVIII. Nel 1706 Corelli venne accolto insieme a Domenico Scarlatti nell’Accademia dell’Arcadia, costituita da un nucleo di artisti raccolti intorno a Cristina di Svezia, e vi diresse un memorabile concerto. Si ritirò dalla vita pubblica nel 1708, dedicandosi alla composizione e alla revisione dei suoi concerti grossi. La sua fama era tale che quando morì, nel 1713, fu seppellito al Pantheon, e per parecchio tempo ogni anno l’anniversario della sua morte fu celebrato con un concerto in cui veniva eseguita la sua musica.
Estratti da
Alberto Basso, L’età di Bach ed Handel, Storia della Musica a cura della SIdM, EDT, Torino 1991.