Girolamo Frescobaldi
Il Primo libro di Toccate e Partite d’Intavolatura di Cimbalo 1615a
Al Lettore
Perché il modo di queste mie compositioni mi par gradito, ho pensato rappresentarlo in stampa con l’infrascritte auertenze; protestando ch’io deferisco al merito altrui et osseruo il valore d’ciascuno; Ma si gradisca l’affetto, con cui l’espongo al studioso esercitio, sicuro che per mezzo di questo si troueranno l’opere più facili, che in apparenza non sono. I Principij delle Toccate sian fatti adagio, et s’arpeggino le botte ferme. Nel progresso s’attenda alla distinzone de i passi, portandoli più et meno stretti conforme la differenza de i loro effetti, che sonando appariscono. Nei i passi doppi similmente si vada adagio, acciò siano meglio spiccati, et nel cascar di salto l’ultima nota innanzi al salto, sia sempre resoluta, et veloce. Conuiene fremarsi sempre nell’ultima nota di trillo, et d’altri effetti, come di salto, ouero di grado, benché sia semicroma o biscroma; Et communemente si sostengano assai le cadenze. Nelle partite si pigli il tempo giusto, et proportionato, et perché in alcune sono passi veloci si cominci con battuta commoda, non conuenendo da principio far presto, et seguir languidamente; Ma vogliono esser portate intere col medesimo tempo; et non ha dubbio, che la perfettione di sonare principalmente consiste nell’intendere i tempi.
Girolamo Frescobaldi
Il Primo libro di Toccate e Partite d’Intavolatura di Cimbalo 1615b
Al Lettore
Hauendo io conosciuto quanto accetta sia la maniera di sonare con affetti cantabili e con diversità, di passi, mi e paruto di mostrarmele altrettanto fauorevole, quanto affettionato con queste mie deboli fatiche, presentandole in istampa con gli infrascritti auuertimenti; protestando ch’io preferisco il merito altrui, et osservo il valor di ciascheduno. Et gradiscasi l’affetto con cui l’espongo allo studioso, e cortese Lettore.
I. Primieramente; che non dee questo modo di sonare stare soggetto a battuta, come ueggiamo usarsi ne i Madrigali moderni, i quali quantunque difficili si ageuolano per mezzo della battuta, portandola hor languida, hor veloce, e sostenendola etiandio in aria secondo i loro affetti, o senso delle parole.
II. Nelle toccate ho hauuta consideratione non solo che siano copiose di passi diuersi et di affetti: ma che anche si possa ciascuno di essi passi sonar separato l’uno dall’altro onde il sonatore senza obligo di finirle tutte potrà terminarle ovunque li sarà grato.
III. Li cominciamenti delle toccate siano fatte adagio, et arpeggiando; e così nelle ligature, o uero durezze, come anche nel mezzo del opera si batteranno insieme, per non lasciar uoto l’Istromento; il quale battimento ripiglierassi a bene placito di chi suona.
IV. Nell’ ultima nota, così de trilli come di passaggi di salto, o di grado, si dee fermare ancorché detta nota sia croma ò biscroma o dissimile alla seguente; perché tal posamento schiuerà il confonder l’un passaggio con l’altro.
V. Le cadenze, benché sieno scritte veloce conuiene sostenerle assai; e nello accostarsi il concluder de passaggi ò cadenze si anderà sostenendo il tempo più adagio. Il separare e concluder de passi sarà quando troverassi la consonanza insieme d’ambedue le mani scritta di minime.
VI. Quando si trouerà un trillo della man destra, ò uero sinistra, e che nello stesso tempo passeggierà l’altra mano, non si deve compartire à nota per nota, ma solo cercar che il trillo sia veloce, et il passaggio sia portato men velocemente et affettuoso; altrimente farebbe confusione.
VII. Trovandosi alcun passo di crome e di semicrome insieme a tutte due le mani, portar si dee non troppo veloce: e quella che farà le semicrome dovrà farle alquanto puntante, cioè non la prima, ma la seconda sia col punto; e così tutte l’una no e l’altra sì.
VIII. Avanti che si facciano li passi doppi con amendue le mani di semicrome douerassi fermar alla nota precedente, ancorché sia nera; poi risolutamente si farà il passaggio, per tanto più fare apparire l’agilità della mano.
IX. Nelle Partite quando si troveranno passaggi et affetti sarà bene di pigliare il tempo largo; il che osservarassi anche nelle toccate. L’altre non passeggiate si potranno sonare alquanto allegre di battuta, rimettendosi al buon gusto e fino giuditio del sonatore il guidar il tempo; nel qual consiste lo spirito e la perfettione di questa maniera e stile di sonare.
Li Passachagli si potranno separatamente sonare, conforme à chi più piacerà, con agiustare il tempo dell’una e altra parte, cossì delle Ciaccone.
Girolamo Frescobaldi
Il primo libro di capricci 1624
A gli Studiosi dell’Opera
Perché il sonare queste opere potrebbe riuscire ad lcuni di molta fatica, vedendole di diversi tempi, et variationi, come anco pare, che da molti sia dismessa la prattica di detto studio della partitura, ho voluto avvertire che in queste cose, che non paressero regolate, con l’uso del contrapunto, si debba primieramente cercar l’affetto di quel passo et il fine dell’Autore circa la dilettatione dell’udito et il modo che si ricerca nel sonare. In questi componimenti intitolati Capricci, non ho tenuto stile così facile come ne’ miei Ricercari. Ma non si deue però giudicare la difficoltà loro prima di mettergli bene in prattica nell’instromento dove si conoscerà con lo studio l’affetto che deue tenere. Come anco hauendo atteso insieme la facilità, studio e vaghezza, parendomi cosa assai conueneuole a chi suona che se l’opere paressero di fatica il cominciar da principio sino al fine si potrà pigliar dove più piacerà di detti passi et finire in quelli che termineranno del suo tuono. Si deuono i principii cominciarli adagio a dar maggior spirito e vaghezza al sequente passo et nelle cadenze sostenerle assai prima che si incominci l’altro passo, e nelle trippole, o sesquialtere, se saranno maggiori, si partino adagio, se minori alquanto più allegre, se di tre semiminime,più allegre se saranno sei per quattro si dia il lor tempo con far caminare la battuta allegra. Conviene in alcune durezze fermarvi con arpeggiarle acciò che riesca più spiritoso il seguente passo. Il che sia detto con ogni modestia, et con rimettermi al buon giuditio degli studiosi.