Francesco da Milano, Recercare 2 [intavolatura]
Da un testo di Franco Pavan:
Dalla prefazione di Franco Pavan: “Francesco Canova (1497-1543) fu il liutista più rappresentativo vissuto sul suolo italiano nella prima metà del Cinquecento. La sua fama fu comparabile solo con quella di Alberto da Mantova, vissuto alle dipendenze della corte di Francia a partire dal 1529. Sappiamo poco della giovinezza di Francesco. Figlio di Benedetto, egli nacque probabilmente nella Pieve di Vimercate per trasferirsi presto nella vicina Milano. Secondo la testimonianza dell’astronomo Luca Gaurico il primo maestro di Francesco fu Giovanni Angelo Testagrossa (1470-1530), liutista fra i migliori ed insegnante a suo tempo anche di Isabella d’Este. Nessun documento diretto però sopravvive a supportare questa informazione. Francesco si sposta ancora giovane a Roma, dove le prime notizie attendibili circa una sua presenza presso la corte vaticana risalgono al 1519. Qui il liutista riceve il soprannome toponimico che lo accompagnerà per il resto della vita, Francesco da Milano, e qui rimarrà per lunghi anni, per servire anche i pontefici che saliranno al soglio dopo Leone X, particolarmente Clemente VII e Paolo III. […] Il repertorio sopravvissuto di Francesco da Milano comprende poco più di novanta fra ricercari e fantasie, una toccata, una trentina di intavolature di opere vocali, una “tirata per fare la mano” e tre brani per due liuti. Le tecniche compositive di Francesco ci mostrano un musicista profondamente interessato alla forma e all’equilibrio: nell’ambito del ricercare e della fantasia -termini sovente interscambiabili nelle fonti- si possono distinguere comunque diversi registri. Alcuni brani si presentano quasi come aforismi -si vedano ad esempio i Ricercari XX e XXVI della presente edizione-, in una libera successione contrappuntistica di una o più idee. Generalmente queste cellule monodiche o polifoniche, definite all’epocaloca, venivano installate nella memoria del liutista-compositore, che poi le recuperava nel momento dell’esecuzione o della vera e propria composizione e le organizzava secondo l’andamento dettato dall’arte oratoria e dalla retorica. Ciò avveniva principalmente partendo dalla struttura cadenzale, vista come una vera e propria punteggiatura nell’ambito del discorso musicale. Lo stesso meccanismo muoveva di base anche le composizioni che citavano o sviluppavano punti d’imitazione tratti da composizioni di musiche vocali” […].
Qui la voce enciclopedia MGG (Musik in Geschichte und Gegenwart) scritta da Victor Coelho (tradotta in inglese): FrancescoMGG.Coelho